Anni fa e per anni, ho fatto parte di un’associazione di volontariato nel soccorso sanitario e sono certa che chi legge ha o ha avuto esperienze analoghe in diversi settori operanti nel sociale. Per quanto circondati da molte realtà simili, le altre associazioni erano per noi semplicemente le vicine di casa, ma era nella nostra casa che si svolgeva la nostra vita: ci incontravamo, ci confrontavamo, ci festeggiavamo, ci organizzavamo, socializzavamo tra di noi con tanto entusiasmo, all’inizio con i turni scritti a mano su immensi A3 che consultavamo scorrendo il dito e successivamente sui nuovi “fogli” creati in Excel che rapidamente si coloravano di correzioni variopinte.

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Credo che la nostra realtà fosse allora quella di tutti e sia tutt’ora quella di molti.

Circondata da altre associazioni, ciascuna era una meravigliosa isola nel grande mare fertile del volontariato. 

E’ trascorso da allora molto tempo e sono accadute due grandi cose. La prima: ogni associazione-isola è inevitabilmente cresciuta in complessità, ha raggiunto schemi organizzativi articolati, ha diversificato i campi d’azione, ha abbracciato normative in continua evoluzione. La seconda: siamo entrati nella nuova era della rivoluzione digitale, che in realtà ci piace tanto nominare l’era dell’informazione e della comunicazione.

Al di là delle analisi sociali, politiche, psicologiche e dei rischi che ogni rivoluzione pervasiva comporta, è importante comprendere il valore della circolazione delle idee senza limiti di tempo e spazio. e imparare ad usare gli strumenti a disposizione con cura e per buone cose. 

Complessità da una parte, strumenti informatici virtualmente utili a gestirla dall’altra … già, ma noi volontari sappiamo bene che “virtualmente” non produce frutti e che bisogna passare all’azione.

Chi desidera aiutare non solo può, ma deve assolutamente fare il passo ed accettare la rivoluzione digitale, perché quel passo si trasformerà presto in una corsa etica che porterà lontano: dobbiamo abbandonare le abitudini, il “si è sempre fatto così”, accettare senza paure né pigrizie il cambiamento, metterci a studiare cose nuove anche se pensavamo di saperne abbastanza, aprire la porta dall’interno e lasciare che la novità entri … “lasciare che la novità entri” … è meraviglioso, ma non basta! Perché occorre che poi esca di nuovo, se ne vada in giro ed entri in altre case: avere capito ed accettato la rivoluzione digitale, essersi muniti di nuovi strumenti e condividerli consente di amplificare enormemente il potere delle nostre intenzioni e quindi delle azioni in cui crediamo.

Da qui nasce La Calla, un’associazione di volontari che opera a beneficio di altri volontari, fornendo loro uno strumento informatico per la gestione dei complessi bisogni gestionali: essendoci trovati miracolosamente tra le mani un tesoro, abbiamo il dovere di farlo conoscere e di donarlo … sì, avete capito bene: donarlo gratuitamente, senza neppure sforzarci di quantificarne il valore commerciale, perché tanto è un altro valore di cui ci importa! Aiutare chi aiuta perché possa aiutare meglio: questa è l’essenza de La Calla!

Le isole hanno scoperto di essere parte di un arcipelago, costruiscono ponti, si uniscono, si confrontano e si aiutano

Il tesoro è uno strumento informatico, creato con competenza e tempo da ex professionisti, che consente di organizzare i soci e gli assistiti, amministrare le risorse, gestire la contabilità e la rendicontazione nonchè i flussi in entrata-uscita-giacenza di ogni materiale necessario alla vita dell’associazione, indipendentemente dal campo sociale in cui questa opera

Il sogno è che un giorno l’arcipelago possa diventare un continente, dove realtà diverse parleranno uno stesso linguaggio!

Aiutare chi aiuta perché possa aiutare meglio: questa è l’essenza dell’associazione!

di Alessandra Grittini, 20 dicembre 2022